Un catetere vescicale è un piccolo tubo morbido che viene inserito nella vescica attraverso l’uretra (o a volte direttamente tramite un intervento chirurgico) per permettere il drenaggio dell’urina.
Viene utilizzato quando la persona non riesce a urinare in modo autonomo o quando è necessario monitorare con precisione la quantità di urina prodotta.
Rimane in vescica per periodi prolungati.
È dotato di un piccolo palloncino che lo mantiene in posizione.
Serve per monitoraggio continuo, ritenzione urinaria grave o durante alcune terapie ospedaliere.
Inserito e rimosso più volte al giorno.
Permette il drenaggio completo della vescica evitando l’accumulo di urina.
Riduce il rischio di infezioni rispetto al catetere a permanenza.
Inserito direttamente attraverso la parete addominale nella vescica.
Viene usato quando l’accesso uretrale non è possibile o è problematico.
Può essere temporaneo o permanente.
Il catetere è un tubicino morbido, di materiale biocompatibile.
L’urina defluisce dalla vescica nel sacchetto di raccolta.
Nei cateteri a permanenza, un piccolo palloncino gonfiato all’interno della vescica impedisce lo spostamento.
Nei cateteri intermittenti, il tubicino viene rimosso subito dopo lo svuotamento.
Pulizia regolare del sito di inserzione con acqua tiepida e sapone neutro.
Controllo della cute circostante per arrossamenti o irritazioni.
Mantenere il sacchetto urinario sempre al di sotto del livello della vescica per evitare reflussi.
Controllo della quantità e del colore dell’urina.
Segnalazione di eventuale sangue, pus o odore anomalo.
Verifica della pervietà del catetere e del corretto funzionamento del palloncino (per i cateteri a permanenza).
Spiegare come svuotare il sacchetto in sicurezza.
Importanza di bere a sufficienza (salvo controindicazioni).
Indicazioni su quando contattare l’infermiere o il medico (febbre, dolore, difficoltà a urinare).
Febbre o brividi.
Dolore o bruciore intenso alla vescica o all’uretra.
Urina torbida, maleodorante o con sangue.
Perdite intorno al catetere o arrossamento persistente della cute.
Il catetere vescicale è uno strumento sicuro se gestito correttamente. Con istruzioni chiare e monitoraggio regolare, è possibile ridurre il rischio di complicanze e garantire comfort e sicurezza al paziente.
Infermiereinunclicl è il punto di riferimento per ogni dubbio o necessità pratica.
Cateterismo vescicale a permanenza
Cateterismo estemporaneo
Una stomia è un’apertura creata chirurgicamente sulla pancia per permettere al corpo di eliminare feci, urine o aria quando il normale percorso non è più possibile o non è sicuro.
Attraverso quest’apertura viene portato all’esterno un piccolo tratto di intestino o di vie urinarie.
La stomia non è una malattia, ma una soluzione per proteggere la salute dopo un intervento o una patologia.
Coinvolge il colon (intestino crasso).
Le feci tendono a essere più formate.
Può essere temporanea o definitiva.
Coinvolge l’ileo (intestino tenue).
Le feci sono più liquide o semiliquide perché passano prima nel percorso.
Richiede più attenzione all’idratazione e alla cura della pelle per via dell’effetto irritante.
3. Urostomia/nefrostomia
Serve per far uscire all’esterno l’urina quando la vescica non può più funzionare o deve essere esclusa.
Di solito prevede un tratto di intestino usato come “condotto”.
È umida, di colore rosso-rosato, simile alla mucosa della bocca.
Non ha terminazioni dolorifiche: non fa male al tatto.
Può cambiare leggermente forma e dimensione nei primi mesi dopo l’intervento.
Controllo del colore, del flusso e dell’eventuale sanguinamento.
Osservazione dello stato della cute peristomale (la pelle attorno alla stomia).
Pulizia delicata con acqua tiepida.
Asciugatura accurata.
Uso di prodotti protettivi se necessari (barriere cutanee, paste, polveri).
Scelta e applicazione della placca e della sacca più adatte.
Verifica del sigillo per evitare irritazioni e perdite.
Educazione alla sostituzione e allo svuotamento della sacca.
Come cambiare la sacca in autonomia.
Come prevenire complicanze.
Consigli pratici: idratazione, dieta, attività quotidiane, gestione sociale ed emotiva.
Segnali d’allarme: arrossamenti persistenti, dolore, cambiamenti marcati nel colore della stomia o perdite continue.
Una stomia richiede qualche attenzione in più, soprattutto all’inizio, ma con una buona educazione e un’assistenza adeguata è possibile tornare a una vita attiva e autonoma.
Infermiereconunclick è il punto di riferimento per imparare a gestirla con sicurezza.
Colostomia
Ileostomia
Urostomia
Nefrostomia